Alda Merini

 

(selección de poemas)

 

 

Versión al español de Roberto Martínez Bachrich

 

Tu sei Pietro [Tú eres Pedro] (1962)

*

Nelle fervide unghie del dolore
Se il dolore m’assale e mi trattiene
nelle fervide unghie
e spossata mi sento devastare
da un orribile passo
che mi trascina e mi rovina al tutto,
gemo perché son debole, d’argilla
ma nel premere il labbro già mi cresce
dentro non so che orgoglio smisurato
per la morte apparente, di una fibra
di demonio o di angelo son fatta…






En las fervientes uñas del dolor
Si el dolor me embiste y me retiene
en sus fervientes uñas
y agotada siento que me asola
por una horrible zancada
que me arrastra y me derrumba toda,
gimo porque soy débil, de arcilla
mas presionando el labio ya me crece
dentro no sé qué orgullo sin mesura
por la muerte aparente, de una fibra
de demonio o de ángel estoy hecha...







Destinati a morire [Destinados a morir] (1980)


*
I poeti lavorano di notte
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.

I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto.
E TEMONO DI OFFENDERE IDDIO.

Ma i poeti, nel loro silenzio,
fanno ben più rumore
aaaaaa
di una dorata cupola di stelle.






Los poetas trabajan de noche
Los poetas trabajan de noche
cuando el tiempo no les urge,
cuando se calla el ruido de la multitud
y termina el linchamiento de las horas.

Los poetas trabajan en la oscuridad
como halcones nocturnos o ruiseñores
de canto dulcísimo
Y TEMEN OFENDER A DIOS.

Pero los poetas, en su silencio,
hacen mucho más ruido
aaaaaaa
que una dorada cúpula de estrellas.






*
Canto di risposta
L’essere stata in certi tristi luoghi
coltivare fantasmi,
come tu dici, attento amico mio,
non dà diritto a credere che dentro
dentro di me continui la follia.
Son rimasta poeta anche all’inferno
solo che io cercavo di Euridice
la casta ombra e non ho piú parole…
Ecco, Franco, la tenera risposta
al tuo dilemma: io sono poeta
e poeta rimasi tra le sbarre;
solo che fuori, senza casa e persa
ho continuato mio malgrado il canto
della tristezza, e dentro ad ogni fiore
della mia voce é ancora la speranza
che nulla sia accaduto a devastare
il mio solco di luce ed abbia perso
la vera chiave che mi chiude al vero.






Canto de respuesta
Haber estado en ciertos lugares tristes,
cultivar fantasmas,
como dices tú, atento amigo mío,
no da derecho a creer que dentro
dentro de mí continúe la locura.
He seguido siendo poeta hasta en el infierno
sólo que yo buscaba de Eurídice
la casta sombra y no tengo más palabras...
Ésta, Franco, la tierna respuesta
a tu dilema: yo soy poeta
y poeta seguí siendo tras los barrotes;
sólo que afuera, sin casa y perdida
he continuado a mi pesar el canto
de la tristeza, y dentro de cada flor
de mi voz existe aún la esperanza
de que nada haya sucedido que devaste
mi surco de luz y haya perdido
la verdadera llave que me cierra a la verdad.







*
Io mi sono una donna

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa(a Salvatore Quasimodo)



Io mi sono una donna che dispera
che non ha pace in nessun luogo mai,
che la gente disprezza, che i passanti
guardano con dispetto e con furore;
sono un’anima appesa ad una croce
calpestata, derisa, sputacchiata:
mi sono rimaste solo gli occhi ormai
che io levo nel cielo a Te gridando:
Toglimi dal mio grembo ogni sospiro!






Soy una mujer



aaaaaaaaaaaaaaa(a Salvatore Quasimodo)

Soy una mujer que desespera
que no encuentra paz nunca en ningún lugar,
a la que la gente desprecia, a la que los paseantes
miran con despecho y con furor;
soy un alma colgando de una cruz
pisoteada, burlada, escupida:
me han quedado sólo los ojos
que yo elevo al cielo a Ti gritando:
¡quítame del regazo cada suspiro!







*
Ad Ettore
Ho avuto paura della morte,
paura dei tuoi paradisi.
Tu eri la mia ape,
poggiavi sopra di me
con la tua benevolenza
e suggevi il fiore delle mie rime
tutto il mite coraggio.
Tu mi eri fratello
ed eri anche poeta…
Ma perderti così,
per banale allegria,
per la morte irridente,
o compagno di sogni
che cosa avrei io fatto!
Non son donna da piangere le stele
né i silenzi dei cimiteri;
io sono donna di amore,
e tu lo sai bene
che cosa avrei fatto io.
Ti avrei rincorso nei sogni,
lo so, e poi lentamente
sarei scivolata nel sonno,
nel sonno della follia
e lì, amandoti sempre,
io sarei morta di amore.






 

A Héctor
He sentido miedo de la muerte,
miedo de tus paraísos.
Tú eras mi abeja,
te apoyabas sobre mí
con tu benevolencia
y chupabas la flor de mis rimas
todo el tibio coraje.
Tú eras mi hermano
y eras también poeta...
Pero perderte así,
por banal alegría,
por la muerte burlona,
oh compañero de sueños,
¡qué no habría hecho!
No soy mujer de llorar las estelas
ni los silencios de los cementerios;
yo soy mujer de amor,
y tú lo sabes bien
qué no habría hecho.
Te habría perseguido en los sueños,
lo sé, y luego lentamente
habría resbalado en el sueño,
en el sueño de la locura
y allí, amándote siempre,
yo habría muerto de amor.







La Terra Santa [La Tierra Santa] (1983)



*
3
Al cancello si aggrumano le vittime
volti nudi e perfetti
chiusi nell’ignoranza,
paradossali mani
avvinghiate ad un ferro
e fuori il treno che passa
assolato leggero,
uno schianto di luce propria
sopra il mio margine offeso.






3
En la reja se coagulan las víctimas
rostros desnudos y perfectos
cerrados en la ignorancia,
manos paradojales
asidas a un barrote
y fuera el tren que pasa
soleado ligero,
un estallido de luz propia
sobre mi margen ofendido.







*
10
Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
aaaaaaper riderci sopra
aaaaaanon so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna caritá di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d’amore.






10
Yo era un pájaro
de vientre blanco y gentil,
alguien me cortó la garganta
aaaaaaapara reírse
aaaaaaano sé.
Yo era un gran albatros
y volaba sobre los mares.
Alguien detuvo mi viaje,
sin ninguna caridad de sonido.
Pero también echada por tierra
yo canto ahora para ti
mis canciones de amor.







*
11
Sono caduta in un profondo tranello
come dentro ad un pozzo acquitrinoso.
O chi potrá salvarmi da questa immagine scaltra
che adombra un mobile amore?
In fondo al pozzo stanno giunchiglie di ombre
e il mio urlo sovrasta le acque.
Il camaleone gagliardo guarda dalle orride piante
questo mio precipizio segreto.






11
He caído en una trampa profunda
como dentro de un pozo empantanado.
Oh ¿quién podrá salvarme de esta imagen sagaz
que ensombrece un móvil amor?
En el fondo del pozo hay juncos de sombra
y mi grito domina las aguas.
El robusto camaleón mira desde las hórridas plantas
este secreto precipicio mío.







*
16
Forse bisogna essere morsi
aaaaaada un’ape velenosa
aaaaa per mandare messaggi
aaaaaae pregare le pietre
aaaaaaaaaaaache ti mandino luce;
aaaaaaaaaaaaper questo io sono scesa
aaaaaaaaaaaanei giardini del manicomio,
aaaaaaaaaaaaper questo di notte saltavo
aaaaaaaaaaaai recinti vietati
aaaaaaaaaaaae rubavo tutte le rose
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaae poi…
aaaaaaaaaaaaprima di morire al mio giorno
aaaaaaaaaaaa o notte, o lunga notte
aaaaaaaaaaaadi solitudine assente,
aaaaaaaaaaaao devastati giardini
aaaaaaaaaaaadove io sola vivevo
aaaaaaaaaaaaperchè l’indomani sarei
aaaaaaaaaaaamorta ancora di orrore
aaaaaaaaaaaama la sera, oh la sera
aaaaaaaaaaaanei giardini del manicomio
aaaaaaaaaaaaa volte io facevo all’amore
aaaaaaaaaaaacon uno disperato come me
aaaaaaaaaaaa in una grotta di orrore.






16
Quizás se necesita ser mordidos
aaaaaapor una abeja venenosa
aaaaaapara mandar mensajes
aaaaaay rogarle a las piedras
aaaaaaaaaaaaque te manden luz;
aaaaaaaaaaaapor esto yo descendí
aaaaaaaaaaaaa los jardines del manicomio,
aaaaaaaaaaaapor esto de noche saltaba
aaaaaaaaaaaalos recintos prohibidos
aaaaaaaaaaaay robaba todas las rosas
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaay después...
aaaaaaaaaaaaantes de morir a mi día
aaaaaaaaaaaao noche, o larga noche
aaaaaaaaaaaade soledad ausente,
aaaaaaaaaaaao devastados jardines
aaaaaaaaaaaadonde yo sola vivía
aaaaaaaaaaaaporque mañana estaría
aaaaaaaaaaaamuerta todavía de horror
aaaaaaaaaaaapero la noche, oh la noche
aaaaaaaaaaaaen los jardines del manicomio
aaaaaaaaaaaaa veces yo hacía el amor
aaaaaaaaaaaacon un desesperado como yo
aaaaaaaaaaaaen una gruta de horror.







*
17
Quando sono entrata
aaaaaatre occhi mi hanno raccolto
aaaaaadentro le loro sfere,
aaaaaatre occhi duri impazziti
aaaaaaadi malate dementi:
allora io ho perso i sensi
ho capito che quel lago
azzurro era uno stagno
melmoso di triti rifiuti
in cui sarei affogata.






17
Cuando entré
aaaaaatres ojos me recogieron
aaaaaadentro de sus esferas,
aaaaaatres ojos duros enloquecidos
aaaaaade enfermas dementes:
entonces yo perdí los sentidos
entendí que aquel lago
azul era un pantano
cenagoso de desperdicios triturados
en el que me ahogaría.







*
26
La Terra Santa
Ho conosciuto Gerico
aaaaaaaaaaaaho avuto anch’io la mia Palestina,
le mura del manicomio
aaaaaaaaaaaaerano le mura di Gerico
aaaaaae una pozza di acqua infettata
aaaaaaci ha battezzati tutti.
aaaaaaLì dentro eravamo ebrei
aaaaaae i Farisei erano in alto
aaaaaae c’era anche il Messia
aaaaaaaaaaaaconfuso dentro la folla:
aaaaaaun pazzo che urlava al Cielo
aaaaaaaaaaaatutto il suo amore in Dio.

aaaaaaNoi tutti, branco di asceti
aaaaaaeravamo come gli uccelli
aaaaaaaaaaaae ogni tanto una rete
aaaaaaoscura ci imprigionava
aaaaaama andavamo verso la messe,
aaaaaala messe di nostro Signore
aaaaaae Cristo il Salvatore.

aaaaaaFummo lavati e sepolti,
aaaaaaodoravamo di incenso.
aaaaaaE dopo, quando amavamo,
ci facevano gli elettrochoc
perchè, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno.

aaaaaaMa un giorno da dentro l’avello
aaaaaaanch’io mi sono ridestata
aaaaaae anch’io come Gesù
aaaaaaho avuto la mia resurrezione,
aaaaaama non sono salita ai cieli
aaaaaasono discesa all’inferno
aaaaaada dove riguardo stupita
aaaaaaaaaaaale mura di Gerico antica.






26
La Tierra Santa
He conocido Jericó,
aaaaaaaaaaaahe tenido también yo mi propia Palestina
los muros del manicomio
aaaaaaaaaaaaeran los muros de Jericó
aaaaaay un pozo de agua infecta
aaaaaanos ha bautizado a todos.
aaaaaaAllí dentro éramos hebreos
aaaaaay los Fariseos estaban en lo alto
aaaaaay estaba también el Mesías
aaaaaaaaaaaaconfundido entre el gentío:
aaaaaaun loco que gritaba al Cielo
aaaaaaaaaaaatodo su amor a Dios.

aaaaaaTodos nosotros, manada de ascetas
aaaaaaéramos como los pájaros
aaaaaaaaaaaay de vez en cuando una red
aaaaaaoscura nos aprisionaba
aaaaaapero íbamos hacia la misa,
aaaaaala misa de nuestro Señor
aaaaaay Cristo el Salvador.

aaaaaaFuimos lavados y sepultados,
aaaaaaolíamos a incienso.
aaaaaaY después, cuando amábamos,
nos hacían el electroshock
porque, decían, un loco
no puede amar a nadie.

aaaaaaPero un día desde dentro del sepulcro
aaaaaatambién yo me volví a despertar
aaaaaay también yo como Jesús
aaaaaatuve mi propia resurrección,
aaaaaapero no subí a los cielos
aaaaaadescendí al infierno
aaaaaadesde donde vigilo asombrada
aaaaaaaaaaaalos muros de la antigua Jericó.







*
27
Le dune del canto si sono chiuse,
aaaaaaaaaaaao dannata magia dell’universo,
aaaaaache tutto può sopra una molle sfera.
aaaaaaaaaaaaNon venire tu quindi al mio passato,
aaaaaanon aprirai dei delta vorticosi,
aaaaaaaaaaaadelle piaghe latenti, degli accessi
aaaaaaalle scale che mobili si danno
aaaaaaaaaaaasopra la balaustra del declino;
aaaaaaaaaaaaresta, potresti anche essere Orfeo
aaaaaache mi viene a ritogliere dal nulla,
aaaaaaaaaaaaresta o mio ardito e sommo cavaliere,
aaaaaaaaaaaaio patisco la luce, nelle ombre
aaaaaasono regina ma fuori nel mondo
aaaaaaaaaaaapotrei essere morta e tu lo sai
aaaaaalo smarrimento che mi prende pieno
aaaaaaquando io vedo un albero sicuro.






27
Las dunas del canto se han cerrado,
aaaaaaaaaaaaoh maldita magia del universo,
aaaaaaque todo lo puede sobre una blanda esfera.
aaaaaaaaaaaaNo vengas entonces a mi pasado,
aaaaaano abrirás los delta vortiginosos,
aaaaaaaaaaaade las llagas latentes, de los accesos
aaaaaaa las escaleras que móviles se ofrecen
aaaaaaaaaaaasobre la baranda de la decadencia;
aaaaaaaaaaaaquédate, hasta podrías ser Orfeo
aaaaaaque viene a arrancarme una vez más de la nada,
aaaaaaquédate oh mi ardiente y sumo caballero,
aaaaaayo padezco la luz, en las sombras
aaaaaasoy reina pero fuera en el mundo
aaaaaaaaaaaapodría estar muerta y tú conoces
aaaaaael extravío pleno que me toma
aaaaaacuando yo veo un árbol seguro.







*
29
Toeletta
La triste toeletta del mattino,
corpi delusi, carni deludenti,
attorno al lavabo
il nero puzzo delle cose infami.
Oh, questo tremolar di oscene carni,
e questo freddo oscuro
e il cadere piú inumano
d’una malata sopra il pavimento.
Questo l’ingorgo che la stratosfera
mai conoscerá, questa l’infamia
dei corpi nudi messi a divampare
sotto la luce atavica dell’uomo.






29
Baño

El triste baño de la mañana,
cuerpos desilusionados, carnes que decepcionan,
alrededor del lavabo
la negra peste de las cosas infames.
Oh, este temblor de carnes obscenas,
y este frío oscuro
y el caer más inhumano
de una enferma sobre el pavimento.
Éste el tráfico que la estratosfera
nunca conocerá, ésta la infamia
de los cuerpos desnudos puestos a arder
bajo la luz atávica del hombre.







*
37
Ho acceso un falò
nelle mie notti di luna
per richiamare gli ospiti
come fanno le prostitute
ai bordi di certe strade,
ma nessuno si é fermato a guardare
e il mio falò si è spento.






37
Encendí una fogata
en mis noches de luna
para llamar a los huéspedes
como hacen las prostitutas
en la orilla de ciertas carreteras,
pero nadie se detuvo a mirar
y mi fogata se apagó.









Alda Merini. Ha publicado, entre muchos otros títulos: La presenza di Orfeo (1953), Paura di Dio (1955), Nozze romane (1955), Tu sei Pietro (1962), Destinati a morire (1980), La Terra Santa (1983), Le satire della Ripa (1983), Le rime petrose (1983), Fogli bianchi (1987), Testamento (1988), Vuoto d’amore (1991), La vita facile (1992), Aforismi (1996), Un’anima indocile (1996). En Venezuela, Angria Ediciones publicó una valiosa selección de sus Poemas (2000) en versión al español de Gina Saraceni.

 


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